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Rumore occupazionale

Rumore occupazionale

La percezione del suono e la sua misura

Rumore scala AL’orecchio di una persona in età matura e in normali condizioni di salute percepisce correttamente le frequenze comprese  tra 50 e 16.000 Hz, con il massimo della sensibilità nell’intervallo compreso tra 1 kHz e 5 kHz: la sensibilità diminuisce però rapidamente alle basse e alle alte frequenze (ved. figura 1).

Poiché la catena strumentale utilizzata per la rilevazione del rumore (microfono, pre-amplificatore e fonometro) ha una risposta pressoché lineare alle varie frequenze, per misurare con una buona accuratezza ciò che l’orecchio umano percepisce è necessario utilizzare dei filtri che correggono la risposta alle varie frequenze: si tratta della cosiddetta scala di ponderazione “A”, definita dagli standard IEC 60651, 60804, 61672 e ANSI S1.4.

Rumore scala C

La curva che rappresenta la risposta dell’orecchio cambia però in corrispondenza di livelli di rumore elevati (indicativamente > 100 dB) diventando più piatta, come illustrato dalla figura 2. La scala di ponderazione “C”, che interpreta questa diversa sensibilità, è anch’essa presente su tutti i fonometri ed è utilizzata per misurare i livelli di picco e per la verifica dell’adeguatezza degli otoprotettori da utilizzare in ambienti rumorosi.

Lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa comporta l’esposizione a una pluralità di sorgenti di diversa intensità e frequenza e per tempi variabili da pochi istanti a parecchie ore/giorno.

Sia l’esposizione per un tempo molto lungo e senza adeguati periodi di riposo a livelli superiori a una certa soglia (generalmente compresa nell’intervallo tra 75 e 85 dBA, secondo la sensibilità individuale), sia il superamento istantaneo di valori elevati di rumore (es. esplosione, colpo d’arma da fuoco) possono causare danni permanenti all’apparato uditivo. Per questo motivo la maggior parte dei paesi industrializzati ha stabilito con provvedimenti legislativi ad hoc limiti di esposizione al rumore occupazionale che, per quanto detto sopra, sono normalmente espressi in termini di:

  1. Livello sonoro continuo equivalente ponderato nell’arco delle 8 ore (TWA oRMS). Rappresenta il livello emesso in continuo da una sorgente che ha la stessa energia del suono, variabile nel tempo, effettivamente percepito dal lavoratore. Le misure in campo devono essere fatte applicando la scala di ponderazione “A” (LAeq, 8h);
  2. Livello sonoro di picco, che rappresenta la cresta del Livello di Pressione Sonora (LPS) percepito durante l’attività lavorativa. Le misure del valore di picco devono essere fatte applicando la scala “C” (LC, Peak).

Rumore RMS

La figura 3 illustra efficacemente il significato fisico del Livello sonoro di picco (Peak) e di quello equivalente ponderato (o RMS).